convivenza peccato grave

Convivenza peccato grave

La convivenza è davvero un peccato grave come molti immaginano? Le concezioni della Chiesa Cristiana potrebbero essere molto distaccate rispetto a quelle più comuni.

Le loro regole e filosofie di pensiero, ritraggono uno stampo storico, per molti definibile come “teorie assurde”.

Ma oggi le coppie che vanno a convivere sono molte di più rispetto a quelle che decidono prima di sposarsi e poi di vivere sotto lo stesso tetto. Il problema sta però, nell’inammissibilità della Chiesa in base alle parole professate nella Bibbia.

La Convivenza è un peccato grave? Cosa dice la Chiesa

Senza girarci intorno, la convivenza per la Chiesa è un peccato grave. Si tratta di una mancanza di rispetto nei confronti del Signore e nel contenuto della Bibbia, in cui viene professata la cerimonia nuziale, talmente tanto da ritenersi sacra.

Il matrimonio è il legame tra due persone pure, che decidono di abitare insieme soltanto dopo essersi legate post cerimonia. Se così non fosse sarebbe persino inutile chiedersi se due persone che convivono possono confessarsi, perché la risposta è “no”.

L’unica eccezione vige in caso di una convivenza casta, ma dato che difficilmente una coppia può resistere fisicamente l’uno con l’altro, la Chiesa suggerisce a monte di non pensare ad una convivenza prima del matrimonio.

Potremmo affermare che oggi la Chiesa avrebbe altri problemi a cui pensare, ma dato che la morale cattolica prevede determinati comportamenti, infrangerli comporta un peccato grave e dunque una confessione potrebbe “non esser sufficiente”.

Di certo la convivenza non manda all’inferno, anche perché Dio – stando alle parole di alcuni preti – non punisce nessuno mandandolo negli inferi, piuttosto sono molti uomini che come descritto dal Catechismo della Chiesa Cattolica professano “un’autoesclusione dalla comunione con Dio”.

Adesso che avrai ben capito cosa pensa la Chiesa della convivenza, sta a te decidere a  quale sorte partecipare. Nei documenti della Chiesa viene riportato quanto segue:

Si dà unione libera quando l’uomo e la donna rifiutano di dare una forma giuridica e pubblica a un legame che implica intimità sessuale. Tutte queste situazioni offendono la dignità del matrimonio; esse distruggono l’idea stessa di famiglia; affievoliscono il senso della fedeltà. Sono contrarie alla legge morale: l’atto sessuale deve aver luogo esclusivamente nel matrimonio; al di fuori di quest’ultimo, esso costituisce sempre un peccato grave ed esclude dalla comunione sacramentale.

Dunque chi non si sposa e decide di convivere ancor prima della cerimonia, sbaglia moralmente ed eticamente (stando alla filosofia dei cattolici). 

Preghiera per i conviventi: davvero la Chiesa ne riserva una a questi peccatori?

Inutile ribadire che per la Chiesa la convivenza è un peccato grave. Alcuni preti incitano delle preghiere per i conviventi, affinché possano comprendere quanto per la Chiesa sia un comportamento grave e inaccettabile.

Un po’ di tempo fa un prete si è rifiutato di dare l’eucaristia ad una giovane coppia convivente ma non sposata. Egli non diede risposta né prima e né dopo il suo rifiuto. Nonostante la Chiesa non ammetta ciò, i ragazzi hanno replicato sostenendo che Dio non ha mai escluso i conviventi.

E poi aggiunge la ragazza che “Io e il mio fidanzato seppur conviventi, siamo stati sempre fedeli l’un con l’altro, abbiamo degli ottimi propositi e progetti, non vedo per quale motivo dobbiamo sentirci esclusi dal prendere la Comunione”.

La Chiesa non accetta la convivenza, ma nel 2019 Papa Francesco ha esortato spiegando ai preti il suo pensiero: “Chi sceglie la convivenza al posto del matrimonio deve essere accolto e ascoltato. Soprattutto se si tratta di giovani. Nei loro confronti la Chiesa deve avere l’atteggiamento di chi comprende”. 
Al momento si tratta di un argomento complesso, dato che si tratta si una tradizione antica e nobile, ma speriamo che con l’evoluzione anche questa mentalità possa cambiare e alleggerire le sue restrizioni.

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